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L’efficacia delle insufflazioni è dovuta all’azione specifica dell’acqua termale usata sotto forma di vapore.
Come si effettuano e a cosa servono le insufflazioni endotimpaniche?
Il medico introduce un catetere nel naso fino a raggiungere l’ostio tubarico e invia, a pressione controllata, aria sulfurea o aria termale all’interno della tuba uditiva. La procedura viene eseguita grazie all’ausilio di un fonendoscopio posizionato in corrispondenza del condotto uditivo esterno, attraverso il quale il medico è in grado di sentire il classico fruscio prodotto dall’apertura della tuba.
Si tratta di una procedura che dura circa 1-1,5 minuti per orecchio, con una pressione che varia da 0,1 a 0,6 Atm, pressione che viene regolata dal medico a seconda delle caratteristiche e delle necessità del paziente. L’aria insufflata che arriva nell’orecchio medio e quindi nella cassa del timpano, asciuga l’orecchio e fa sì che la ventilazione forzata rigeneri la mucosa. Questa procedura, pertanto, non serve solo a rimuovere meccanicamente il versamento endotimpanico, ma anche a ripristinare la normale funzione della mucosa della cassa del timpano.
Si tratta di una terapia che richiede più giorni di trattamento continuativo ed il paziente comincerà a sentirne il beneficio dalla 7-8 seduta. In alcuni casi il trattamento dovrà essere ripetuto nel tempo, in quanto la risposta del paziente alla cura, è differente da caso a caso.
Nei bambini, la terapia consiste nel posizionamento di un’olivetta nasale, collegata ad un insufflatore, in una narice, mentre l’altra narice viene tappata e il paziente, durante il processo, dovrà effettuare una serie di deglutizioni che consentono, grazie all’apertura dell’ostio tubarico, il passaggio dell’aria nella tuba di Eustachio che viene liberata da eventuali ostacoli.
L’efficacia delle insufflazioni è dovuta sia all’azione specifica dell’acqua minerale usata sotto forma di vapore, sia a quella passiva del gas termale, che favorisce il ripristino delle normali condizioni della pressione nell’orecchio medio.
Le insufflazioni avvengono per via nasale, perché le patologie dell’orecchio medio sono connesse con i disturbi della cavità nasale e della faringe. Il versamento endotimpanico, detto comunemente “catarro nell’orecchio”, è una malattia a tutti gli effetti, con una sintomatologia abbastanza varia e particolarmente fastidiosa ed invalidante.
Il paziente lamenta frequentemente calo dell’udito, sensazione di orecchio chiuso, ovattamento auricolare (definita come sensazione di avere la testa nel cotone), sbandamenti, vertigini, acufeni, frequenti otalgie, ecc.
Se il versamento non viene eliminato velocemente con le insufflazioni, il paziente rischia di dover essere sottoposto a drenaggio transtimpanico (neotuba). Le cause che determinano la presenza di versamento nell’orecchio e per le quali è indicata questa terapia sono: otiti, rinosinusiti, faringiti croniche, ipoacusie rinogene e tutte le patologie che coinvolgono le vie aeree superiori e che comportano una condizione di “disfunzione tubarica”.
Si tratta di un trattamento che viene effettuato sia come prevenzione che terapia per l’ipoacusia rinogena.